CoRes è l’acronimo di Conservazione e Restauro ma anche il plurale di “nucleo” nel lemma inglese, forse proveniente dal latino “cor” e certo con la prima accezione di “parte interna del frutto che contiene i semi”. È il riferimento alla molteplicità seminale che meglio riassume le ambizioni di CoRes.
In una delicata fase storica in cui vanno sempre più precipitosamente modificandosi gli equilibri sia naturali che geopolitici, coloro che a vario titolo si occupano di patrimonio culturale non possono non interrogarsi sulla capacità di conservare, e soprattutto trasmettere alle future generazioni, questa preziosa eredità.
Nata da questa esigenza, CoRes fa riferimento a una visione ampia e inclusiva dell’idea di restauro: il che significa oggi non soltanto attenzione al dato tecnico, ma riconoscimento della centralità delle questioni che connettono la gestione dei beni culturali a quella dell’intero pianeta.
CoRes assume quindi il dialogo e un approccio sia multi-disciplinare che inter-disciplinare come risposta alla progressiva settorializzazione della ricerca, anche quando applicata a un ambito di per sé circoscritto, eppure capace di incidere ad ampio spettro sull’intera realtà del mondo della conservazione e del restauro.
CoRes vuole essere una piazza aperta all’incontro e alla condivisone dei saperi tra storici dell’arte, architetti e storici dell’architettura, archeologi, restauratori e conservatori, studiosi di tecniche artistiche, scienziati della conservazione, museologi e museografi, ma anche filosofi e storici tout court: in definitiva, di tutti coloro che vorranno concorrere a elaborare una cultura della conservazione in cui i contributi di differenti aree – umanistica, tecnica, scientifica – collaborino, nel loro insieme, a restituire a questi temi la necessaria prospettiva storica, indispensabile per intervenire nel presente e per guardare al futuro, facendosi carico anche di una riflessione consapevole sull’eredità del Novecento, con la sua interpretazione del restauro come atto critico di fondamentale valore culturale e di effettiva portata civile.
Solo su queste basi, infatti, è possibile ricondurre in unità tutela e valorizzazione: direttrici di intervento che troppe volte, in anni recenti, sembrano aver seguito percorsi non sempre convergenti.
Rinunciare a rassicuranti confini disciplinari, garantendo al contempo l’alta qualità dei contenuti, è scelta consapevolmente rischiosa. Eppure, proprio oggi, più che mai indispensabile.
Promuovere ed esercitare il confronto, anche dialettico, tra ambiti tematici e metodologici differenti, così come tra le molteplici componenti teoriche e tecniche che da sempre convivono nel restauro e nella conservazione – dalla fase progettuale a quella esecutiva, fino alle modalità di presentazione e fruizione – significa farsi carico di tutte le possibili sfaccettature della riflessione su questi temi. Ed è questa riflessione, consolidatasi nel corso del secolo scorso, che sentiamo il dovere di raccogliere e rilanciare.
Nell’attuale panorama editoriale, tanto ricco quanto frammentato, CoRes ambisce a inserirsi come spazio e strumento vivo di riflessione, confronto, aggiornamento, analisi della contemporaneità e costruzione di prospettive per il futuro. Ogni contributo che condivida tale visione potrà essere utilmente presente sulle nostre pagine. Dai lettori ci attendiamo uno sguardo sempre lucidamente critico, oltre che una partecipazione attiva e consapevole. È il nostro auspicio, e al tempo stesso un desiderio tenace abbastanza da spingerci a chiamare a raccolta, per perseguirlo, studiosi e protagonisti della conservazione di oggi e degli anni a venire.